domenica 30 settembre 2012

Tacchi a spillo? sì grazie

Per la prossima stagione la moda ha sentenziato che a farla da padrona saranno le scarpe con il tacco alto, anzi altissimo .. almeno 14 centimetri, per la gioia di tutte quelle donne che amano affidare i loro piedi a sifatte altezze e per gli uomini, che inevitabilmente si godranno lo spettacolo, perchè se è vero come è vero che Angelina Jolie in nike e tuta è sexy, è altrettanto vero che lo è dieci volte di più in tacchi alti e gonna.
Le scarpe a volte sono per la donna molto di più di un indumento o acessorio femminile, sono un qualcosa con cui la donna entra in confidenza, per chi le ama diventano parte intergrante della propria vita, la scelta della scarpa con cui uscire al mattino il più delle volte corrisponde allo stato d'animo con cui si affronterà la giornata e le scarpe per di più sono tipicamente femminili perchè la civetteria e la seduzione sono femminili e nulla è più femminile di un paio di tacchi alti.
Tra l'altro, molti uomini non lo sapranno ( perchè dovrebbero saperlo le donne ) ma i tacchi a spillo fanno bene al sesso e a dirlo non sono una congrega di feticisti o di voyeur ma lo studio di una scienziata italiana la dott.ssa Cerruto che ha pubblicato un  interessantissimo saggio in proposito, sulla autorevole rivista sientifica britannica European Urology.
Gli uomini non lo sanno perchè non sono loro i fruitori dei benefici emanati dai tacchi a spillo, in quanto gli stessi non fungono da " stimolatori " per l'eccitazione maschile, ma al contrario proprio di quella femminile.
La dott.ssa Cerruto è arrivata a questa conclusione testando l'attività elettrica prodotta dalle pelvi a seconda di come si è posizionato il piede femminile in una campionatura di donne al di sotto dei 50 anni.
Incredibile ma vero i risultati dicono che le donne che indossano scarpe a stiletto con un tacco non inferiore ai 7 cm. dimostrano di avere un migliore allineamento e capacità di contrazione dei muscoli pelvici, fatto questo che induce ad una maggiore eccitazione ed intensità del piacere.
Quindi se non vi siete mai avventurate sul " tacco 10 " ora avete un motivo in più per farlo e se siete preoccupate per l'andatura un pò goffa " da principiante " che potrebbe accompagnarvi all'inizio c'è un libro " How to walk in High heels " ( come camminare con i tacchi alti ) edito nel Regno Unito che è li pronto a darvi una mano per mettervi a vostro agio e camminare sicure e rilassate anche con i tacchi a spillo.
Buona camminata!!!

sabato 29 settembre 2012

Binge drinking? no grazie preferisco un buon bicchiere di vino

Il fenomeno del " Binge drinking "- bere per ubriacarsi si sta affacciando anche in Italia dove un numero sempre maggiore di adolescenti e giovani beve con l'intento di ubriacarsi; nato nei Campus americani questo fenomeno con una certa rapidità si è propagato in Europa trovando spazio anche in quell'area mediterranea dove sino a qualche anno fa vigeva un modello di approccio all'alcol ritenuto da sempre come uno dei più salutari e cioè il bere moderate quantità di vino durante i pasti, " modello " che veniva addirittura salutato dagli scenziati come un ottimo coadiuvante per tenere in buona salute cuore e arterie.
Ma questo trend che ha accompagnato per oltre un secolo le abitudini alimentari degli italiani ha subito un brusco cambiamento negli ultimi anni e ciò è iniziato nel momento in cui il vino non lo si è più considerato un alimento al pari di pane e pasta.
La famiglia si è disabituata a consumare il pasto nella sua intierezza, ognuno mangia in base ai propri orari ,il più delle volte in maniera sregolata, ed ecco quindi che molti adulti bevono al di fuori del pasto e gli adolescenti non fanno altro che seguirne l'esempio e del resto a loro supporto giungono film e pubblicità varie in cui l'alcol viene rappresentato come un innocuo divetissement, il più delle volte associato ad una sorta di espressione di successo sociale, è il trionfo dell'happy hour continuo che sforna a tutte le ore bevande alcoliche che mascherano nei loro colori sgargianti e nella loro veste un po' trendy un elevato tasso alcolico.
Ecco quindi che il flasback nella nostra gioventù in cui a famiglia tutta riunita il nonno stappava la bottiglia di vino buono ed iniziava il giovincello ai sapori del vino, non si materializza più.
La brusca, per non dire tremenda realtà ci porta ai dati emersi da una serie di ricerche commissionate dal Ministero della Sanità al centro per la Promozione della salute e della ricerca sull'alcol dell'Istituto Superiore di Sanità: più di 700 mila adolescenti al di sotto dei sedici anni in Italia consumano alcol, di questi il 74% bevono il sabato sera e cosa assai più impressionante lo fanno anche il 67% dei ragazzini tra i 13 e i 15 anni; di questi bevitori imberbi il 20% lo fa con il preciso intento di ubriacarsi ed ecco che scatta l'appartenenza alla categoria dei " binge drinking " che sono gli individui che tracannano giù almeno sei bicchieri in un brevissimo spazio di tempo.
Il fenomeno come si può capire non è dei più edificanti e soprattutto avrà nel tempo un effetto devastante sui nostri giovani ( basti pensare che già oggi il 10% del totale dei decessi in giovane età in Italia è causato dall'abuso di alcol).
Vale quindi la pena che si corra al riparo finchè si è in tempo, proibendo in maniera drastica la vendita dei super alcolici ai minori in qualsiasi locale pubblico, senza però andare a sprofondare nel ferreo proibizionismo che porterebbe a danni ben maggiori, basterà fare un'opera di acculturamento dei nostri giovani verso uno degli alimenti e sottolineo la parola alimento più importanti che abbiamo in Italia , il vino.
E di questo fardello dovranno farsi carico le istituzioni, ma anche le associazioni di produttori di vino, avvicinando i nostri giovani, nella maniera giusta e corretta, a questo nettare prelibato ... da che mondo e mondo un buon bicchiere di vino non ha mai ammazzato nessuno....e allora insegnamo ai nostri ragazzi a bere un buon bicchiere di vino piuttosto che un miscuglio di bevande alcoliche che saranno pure fashion... ma anche capaci di produrre talvolta danni irreparabili.

giovedì 27 settembre 2012

Radio Monte Carlo non è più CHIC

Lo confesso, sì mi viene difficile scrivere questo pezzo su RMC la radio che mi ha accompagnato per mano quando ero un ragazzino e mi ha visto crescere in compagnia di buona musica e di conduttori che come per incanto grazie al mitico Noel Coutisson hanno scritto una delle pagine più importanti e direi indimenticabili dei mezzi di comunicazione.
Erano certamente altri tempi quelli di allora, tempi in cui RMC ebbe per anni il monopolio degli ascolti arrivando a mandare in tilt le centraline della SIP ( oggi Telecom ) di varie regioni italiane in occasione di programmi come “ il milione “.
Personaggi come Herbert Pagani, Robertino, Luisella , Awanagana, Ettore Andenna contribuirono con la loro creatività e fantasia a far nascere nel vero senso della parola la radio commerciale.
Per una quindicina di anni dalle ore 14 del 6 marzo 1966 ( giorno in cui ebbero inizio le trasmissioni in lingua italiana ) RMC diventò la regina incontrastata dell’etere fino a quando con la liberalizzazione dell’etere nazionale non sbarcarono in onda le radio private che di fatto stravolsero la funzione della radio che non la si accendeva più solo per cercare svago ed intrattenimento ma soprattutto per ascoltare musica, magari perché no anche registrabile.
E così per RMC cominciarono gli anni bui in cui si registrano cali impressionanti di ascolti che portano ad un avvicendamento nella proprietà con una conseguente revisione del palinsesto che portò ad addii quasi impensabili come quello di Robertino prima e di Awanagana poi.
Ma è proprio da questa ripartenza targata inizi anni novanta che RMC decide di mantenere inalterata la sua caratteristica di radio di intrattenimento accompagnata da un ottima musica, fatto questo che le vale l’appellativo di Radio CHIC.
Ecco quindi che questa mattina, quando ho sentito Platinette all’inizio del suo nuovo programma in onda su RMC sferrare un attacco pazzesco a tutti quegli ascoltatori che hanno manifestato in maniera democratica attraverso i social network la propria contrarietà a questo cambiamento di palinsesto, mi è venuto da chiedermi ma è questa la vera RMC Chic, è questa la RMC che ha fatto per una vita dei suoi ascoltatori il punto fermo della propria soppravivenza?
Intendiamoci non ho nulla contro Platinette ( al secolo Maurizio Coruzzi ) che ha dimostrato dai suoi esordi ad oggi di essere innegabilmente uno che ci sa fare avendo tirato su dal niente un personaggio che per un certo periodo ha saputo focalizzare grazie alla sua ambiguità l’attenzione dei media traendone come è del tutto evidente dei vantaggi professionali ed economici di tutto rispetto.
Il punto è un altro, un professionista come Platinette dovrebbe sapere che nel mondo dello spettacolo vige una legge non scritta ma sacrosanta che è quella  che recita ahimè “ il pubblico ha sempre ragione “.
Potremmo poi disquisire se le 500 disgraziate, fanatiche e rimbambite ( così ha chiamato questa mattina in onda gli ascoltatori e ascoltatrici di RMC che non gradiscono la collocazione del suo programma in quella fascia oraria ) siano poche o tante per una radio commerciale che si trova in fatto di share al 16° posto a livello nazionale e che raccoglie giornalmente poco più di 1.200.00 ascoltatori medi.
Potremmo poi disquisire sul perché ed il percome su Radio Deejay il suo programma “ Casa Platinette “ divenuto poi “ Platinissima “ dopo essere andato in onda per anni nella fascia oraria dalle 6 alle 8 sia stato spostato dalla stagione 2010 con il nome di “ Platinissima presenta : Deejay Good Morning “ nella fascia preserale dalle 18 alle 20 fino ad arrivare ai giorni nostri in cui Platinette è stato licenziato nel corso dell’estate da Radio Deejay per approdare da settembre a RMC.
Potremmo anche dire che Platinette quando era a Radio Deejay perse ascolti nella fascia mattutina soprattutto nel target compreso tra i 18 e i 34 anni, senza peraltro compensare con aumenti rilevanti nella fascia che va dai 25 ai 44 anni.
Del resto così come il direttore artistico di Radio Deejay avrà fatto le sue valutazioni in merito ad una riconferma o meno di Platinette altrettanto avrà fatto il suo nuovo editore e la direzione artistica di RMC, però una cosa è certa insultare gli ascoltatori in diretta non mi sembra il massimo per chi vuol trarre utili ( l’editore ) da una attività che poggia le sue basi di raccolta pubblicitaria sui dati di ascolto.
Tra l’altro buona parte degli ascoltatori che si lamentano ( e da come si può leggere in rete sono davvero tanti ), non mettono in discussione la professionalità di Platinette ma chiedono unicamente che venga mandato in onda in un'altra fascia oraria; ed allora penso che per il bene di tutti forse qualcuno dovrebbe fare un passo indietro per non trasformare quella che potrebbe essere una nuova meravigliosa avventura in un FLOP pazzesco.


Renata Polverini la " diversamente dimessa "

Lo spettacolo che sta dando in questi giorni la Presidente Polverini meglio conosciuta come la “ diversamente dimessa “ è qualcosa di veramente immorale che fa salire a dismisura nei cittadini una sorta di avversione verso quanti praticano la politica solo ed unicamente per i propri fini personali.
Una Presidente che siede da dimissionaria ma non ancora dimessa nei salotti TV della politica per recitare il suo ruolo di genio della comunicazione politica ( come prontamente dimostrato dai manifesti con cui a tappezzato tutto il Lazio ) in cui manda a dire agli italiani “ che questa gente la manda Lei a casa “; facendo però finta di non ricordare che la sua Lista Polverini ha avuto in dotazione all’anno qualcosa come 1.900.00 euro per le piccole spese.
A più riprese nelle sue varie comparsate TV ci ha ricordato che Lei “ poveretta “ riesce a malapena a pagarsi il mutuo e le sue carte di credito a fine mese continuando a prendere per i fondelli milioni di italiani che non sanno veramente come far quadrare i conti a fine mese.
Una presidente che da “ diversamente dimessa “ ha partecipato all’incontro dei Presidenti di Regione con Napolitano, quindi nella pienezza del suo ruolo; una Presidente che ha continuato ad esercitare il suo potere anche ieri quando da “ diversamente dimessa “ ha convocato la sua giunta per eliminare alcuni assessori vicini all’europarlamentare Tajani e quindi per regolare i conti nella faida interna al PDL che di fatto ha reso pubblico il marciume in cui navigava il Consiglio Regionale del Lazio; una Presidente che ha rinnovato sempre ieri incarichi a dirigenti e consulenti le cui delibere già assunte in precedenza erano state rigettate dal Tar.
E in questa sorta di circo che è diventato la Regione Lazio fatto di saltimbanchi e pagliacci la candida Renata si è rivolta ai giornalisti che le chiedevano notizie sulle sue dimissioni con una frase che rispecchia in pieno il senso dello stato e di garante nei confronti dei cittadini che dovrebbe essere proprio di un Presidente di regione “ e va be’ un giorno in più o in meno che sarà mai ! “.
Ma questa persona lo avrà uno specchio in casa?

VERGOGNA !

Quello che è successo oggi in Italia è un autentica vergogna, che fa capire quanto il nostro Paese sia caduto in basso arrivando a perdere quel diritto alla “ democrazia “ che dovrebbe essere il fondamento di ogni Stato libero.
Ho sempre avuto un idea diversa del giornalismo posto in essere da Sallusti e quasi mai ho condiviso buona parte dei suoi scritti ma ritengo che la pena comminata all’allora direttore di Libero sia una pena spropositata e decisamente politicizzata.
Ho letto l’articolo incriminato e sfido chiunque a non trovare almeno una buona parte di italiani che una volta in vita loro non abbiano detto riferendosi ad un fatto di cronaca “ per quello ci vorrebbe la pena di morte “.
Ma l’aspetto più grave legato a questa sentenza è che la stessa di fatto sancisce in maniera inequivocabile quanto nel nostro Paese tutto sia politicizzato, compresa la stessa magistratura.
Ora io mi chiedo  in questa Italia in cui un magistrato va liberamente a fare un comizio in un congresso di partito, in un Italia in cui la classe dirigente politica sta dando il peggio di se stessa con lo spettacolo deprimente della Regione Lazio dove in piena connivenza tutti i consiglieri regionali ( ad esclusione dei due radicali ) hanno sottratto in un anno agli italiani qualcosa come 14 milioni di euro per le loro piccole spese, in un Italia in cui i Bilanci delle Regioni vengono approvati dagli uffici di presidenza creando un sistema in cui controllore e controllato sono un tutt’uno, in un questa Italia di impuniti ad un giornalista che stando alla sentenza si è macchiato del reato di diffamazione viene inflitta non una pena pecuniaria, magari anche di entità consistente, ma una condanna a 14 mesi di carcere? VERGOGNA!